Programma televisivo spagnolo cita la Bioterapia Nutrizionale
Clicca qui per vedere il video, al minuto 50 viene citato un nostro libro.
Nella rincorsa agli ultimi cibi miracolosi in voga, non bisogna dimenticare i grandi classici. Anche se non rende giustizia al nostro alito, l’aglio insaporisce i piatti, offre benefici per la salute, andrebbe consumato ogni giorno.
Tra i benefici principali troviamo:
- antiossidanti, riducono il danno alle cellule e contrastano l'invecchiamento
- L'aglio contiene allicina, un composto di zolfo antibatterico e antinfettivo che combatte i virus
- Le fibre che contiene garantiscono un buon comfort digestivo e limitano il gonfiore
- Fluidificando il sangue, l'aglio contrasta l'insorgenza di malattie cardiovascolari come infarti o ictus
- l’aglio abbassa la pressione sanguigna
- l'allicina entra in gioco anche nella lotta ad alcuni tumori
È un caposaldo della dieta mediterranea e da tempo la scienza ne loda le tante, a volte inattese, proprietà salutari. L’olio extravergine d’oliva ora si scopre che è ottimo anche per tenere bassi i picchi di glicemia dopo i pasti, un effetto utile soprattutto alle persone con diabete che con l’eccesso di glucosio nel sangue devono fare i conti.
Lo ha dimostrato Gabriele Riccardi, docente di Endocrinologia dell’Università Federico II di Napoli, attraverso studi che hanno messo a confronto la glicemia postprandiale di persone con diabete di tipo 1 che durante il pasto avevano consumato olio extravergine d’oliva oppure burro come condimento: nel primo caso la glicemia è risultata sempre più bassa, probabilmente grazie a modifiche nella tempistica con cui si svuota lo stomaco, nell’assorbimento del glucosio e nella secrezione di ormoni come il GLP-1 coinvolti nel metabolismo degli zuccheri.
L’aggiunta di olio d’oliva durante il pasto, soprattutto se i piatti sono ad alto contenuto glicemico perché abbondano di carboidrati, inibisce significativamente il picco di glicemia dopo mangiato, un fattore critico nel diabete: le escursioni glicemiche infatti contribuiscono non poco al mancato controllo della malattia e in chi è sano predispongono allo sviluppo del diabete di tipo 2, perché l’eccessivo stimolo alla produzione di insulina a seguito dei picchi glicemici può portare alla perdita della sensibilità all’ormone e poi al diabete.
Impensabile rimpinzarsi di capperi con la convinzione di ottenere effetti immediati sulla salute, ma è curioso che possano essere cibi di una tavola smart, intelligente. Nei germogli della pianta che s’insinua tra rocce e muri c’è una concentrazione incredibile di quercetina in rapporto al peso. La molecola sembra essere utile al cuore e al suo apparato. Non solo. Catalizza l’interesse della nutrigenomica, la disciplina che studia il rapporto tra nutrizione e Dna: dialogando con i geni, diciamo così, la quercetina attiverebbe un’azione di protezione della cellula dai processi degenerativi e infiammatori.
Il massimo dell’attività benefica la esplicano i capperi freschi, raccolti d’estate, mentre il contenuto di antiossidanti cala un pochino con la conservazione. Il consiglio per l’ingrediente sotto sale lo conosce chi ha pratica in cucina: tenere in ammollo una decina di minuti. Per il resto, largo alla fantasia: dal paté, frullando i boccioli, ai sughi per le paste, dalle insalate fino a un trito per le tartare di pesce.
Uno studio si è occupato del modo in cui l’organismo assimila la quercetina e ha dimostrato che l’assorbimento viene migliorato dalla presenza di grassi all’interno del pasto. L’olio extravergine d’oliva è il degno compare dei capperi.
Nei broccoli e in altre verdure simili c'è una proteina che potrebbe entrare a far parte delle armi anticancro: infatti uno studio guidato dall'italiano Pier Paolo Pandolfi, direttore dei Cancer Center e Cancer Research Institute presso il Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, mostra che un composto naturale (indol-3-carbinolo) presente nelle 'crucifere' (la famiglia dei broccoli, che comprende anche cavolfiore, cime di rapa, etc) spegne un gene che favorisce i tumori.
La scoperta è riportata sulla rivista Science.
"Abbiamo scoperto un nuovo importante attore che tiene le fila di un meccanismo critico per lo sviluppo del cancro, un enzima chiamato WWP-1 che può essere spento da un composto naturale presente nei broccoli e in altre verdure" - ha detto Pandolfi.
"Questo meccanismo si rivela quindi come un tallone di Achille che può divenire il bersaglio di nuove opzioni terapeutiche".
In studi su animali predisposti ad ammalarsi di vari tumori, gli esperti hanno scoperto che una molecola nota per sopprimere lo sviluppo di tumori (PTEN, detto oncosoppressore) viene disattivata da WWP-1 e che colpendo WWP-1 con indol-3-carbinolo la funzione di PTEN viene ripristinata e la crescita dei tumori soppressa. Naturalmente si tratta di una ricerca ancora preliminare, ma l'indol-3-carbinolo suggerisce le basi per sviluppare nuove terapie anticancro.
L'aglio, secondo i ricercatori dell'Università di Lousville, se consumato abitualmente migliorerebbe la memoria, ostacolando anche il declino cognitivo. Lo studio condotto sui topi ha evidenziato che il disolfuro di allile, sostanza contenuta nell'aglio a cui conferisce anche quell'odore inconfondibile, riveste una grande importanza nel regolare la flora intestinale, aiutando i microrganismi presenti nell'intestino a restare sani con l'avanzare dell'età.
I due ricercatori dell'università americana, Jyotirmaya Behera e Neetu Tyagi sostengono infatti, che una cattiva condizione del microbiota intestinale sia associabile al peggioramento delle nostre capacità cognitive, e si manifesti in determinate patologie quali il morbo di Parkinson o l’Alzheimer. Per verificare se la sostanza contenuta nell'aglio, avesse realmente delle connessioni con il potenziamento della memoria e del benessere cognitivo, la coppia di universitari ha somministrato il disolfuro di allile ad un gruppo di topi per 24 mesi.
E l'esito degli esperimenti in laboratorio ha dato loro ragione.