PREFAZIONE ALLA SECONDA EDIZIONE
Dall’inizio della vita extrauterina, l’alimentazione e la respirazione costituiscono il sostegno ed il supporto indispensabile per l’energia vitale dell’individuo, in sostituzione di quanto avveniva durante la vita intrauterina, attraverso la barriera placentare: non esistono soluzioni alterantive né per l’accrescimento, né per il mantenimento della salute e della vita. Con la sua intelligenza e con le sue ricerche, l’uomo è stato capace di superare la maggior parte delle difficoltà che creavano condizioni incompatibili con la vita, utilizzando interventi chirurgici o terapie farmacologiche attuate anche con prodotti di sintesi.
Senza voler togliere nulla al progresso scientifico, questo libro nasce dalla costante osservazione della incredibile capacità riparativa della natura e di come quest’ultima possa essere spesso ostacolata proprio dal troppo frettoloso intervento dell’uomo. Tutte le Civiltà ci parlano di medicine naturali, frutto a volte di conoscenze empiriche, spesso di un sapere tramandato nel corso delle generazioni; senza eccezioni, tutte attribuiscono un’importanza fondamentale al mantenimento dello stato di salute del corpo, grazie al cibo.
Se l’umanità è sopravvissuta per migliaia di anni, quando ancora non esistevano i ritrovati della moderna ricerca medica e farmacologica, forse è ingiusto e privo di buon senso ignorare le osservazioni degli Antichi, considerandole poco scientifiche o ingenue, solo perchè ancora non adeguatamente verificate dalla scienza moderna.
Probabilmente, oggi sopravalutiamo il potere curativo dei farmaci, a discapito dell’utilizzazione della capacità terapeutica degli alimenti stessi e della possibilità di operare prevenzione delle malattie tramite una corretta alimentazione, una maggiore attenzione all’inquinamento atmosferico ed elettromagnetico e ad un ritmo di vita che sia più rispettoso della fisiologia del corpo.
Nel cibo naturale e genuino, opportunamente utilizzato, sono contenute tutte le potenzialità per costruire, sostenere e riparare. I neonati raddoppiano e triplicano il peso corporeo, costruendo ossa, muscoli e connettivo..., nutrendosi esclusivamente di latte; i più fortunati sono quelli che ricevono il latte materno, che non è né scremato, né pastorizzato, né liofilizzato, nè addizionato di alcunché, se la madre gode di ottima salute: inoltre, essi avranno una maggiore resistenza alle malattie durante tutto l’arco della loro vita perché, insieme al latte materno, assumono contemperaneamente tutti gli anticorpi della nutrice, realtà che la medicina ufficiale non può negare, nè sottovalutare.
Il neonato, alimentato artificialmente (laddove non ci fosse il latte materno), o attraverso le vie parenterali, certamente si accresce, ma tutti questi tipi di alimentazione molto spesso saranno responsabili dei danni, rilevabili nelle anamnesi future, in quanto l’organismo non è biologicamente predisposto all’accrescimento e allo sviluppo, se non attraverso il primo alimento che è il latte materno, fisiologica prosecuzione della gestazione.
Abbiamo avuto un periodo di tempo, dagli anni ‘60 agli ultimi anni ‘70, in cui l’importanza del latte materno veniva sottovalutata, se non addirittura ignorata, a vantaggio di prodotti artificiali, perfettamente bilanciati e completi, preferiti, inoltre, per la loro sterilità batteriologica e per la possibilità di affidare ad altri il neonato, disgiungendolo dalla madre, magari impegnata nel lavoro. Nella superbia della scienza, e a vantaggio delle ditte produttrici, si pensava di poter impunemente sostituire la natura. A distanza di anni, si è visto che gli individui alimentati con latte artificiale o animale, compreso il latte vaccino delle grosse aziende, hanno manifestato quasi tutti delle patologie che, se non corrette in tempo, peggioravano con l’andare degli anni.
Individui che oggi, a quaranta-cinquanta anni, presentano forme di allergie respiratorie, difficoltà digestive e stipsi ribelli alla terapia farmacologica, sono spesso soggetti che si rivolgono ai più vari specialisti, senza però riuscire mai più a ritrovare un fisiologico equilibrio intestinale. Se si ripercorre anamnesticamente la loro storia alimentare, si scopre molto spesso che alla nascita non hanno preso il colostro, o che sono stati allevati con latte vaccino industriale, o con latte artificiale prodotto chimicamente.
Senza dubbio, per rendere possibile la vita e la perpetuazione delle specie viventi, la natura fornisce tutto ciò che serve. Fin dal 1960, questa considerazione motivò la dottoressa Domenica Arcari Morini a studiare, osservandoli attentamente, gli effetti degli alimenti nella fisiologia e fisiopatologia del corpo, ponendo particolare attenzione alla diversità di azione di alimenti considerati analoghi (ad esempio, indivia riccia, indivia belga, scarola), nonché all’appetenza dell’individuo per determinati alimenti o alla diversa risposta dell’organismo allo stesso alimento in momenti diversi (o preparato e proposto in modo diverso), studiando infine l’interazione tra il cibo e il “momento” organico. Nel 1994, incuriosita dalle affermazioni e dai risultati vantati dalla ideatrice del metodo, la dottoressa Anna D’Eugenio iniziava la sua preparazione, seguita nel 1996 dal dottor Fausto Aufiero e dal dottor Vincenzo De Paola, a cui si sono aggiunti negli anni seguenti altri medici.
Attualmente, i medici in formazione per questo metodo sono aumentati e, quest’anno, inizia il sesto corso di formazione, della durata di quattro anni, presso il Centro di Ricerche e Studi di Medicina Naturale Applicata “Vis Sanatrix Naturae”, viale Parioli n.40 - Roma.
Il 15 maggio 1999 si è tenuto a Roma, presso l’Hotel Parco dei Principi, il Primo Convegno di Bioterapia Nutrizionale al quale sono seguiti, con cadenza annuale, il Secondo, il Terzo ed il Quarto ufficialmente sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità, del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica, della Croce Rossa Italiana, dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, della Giunta Regionale del Lazio, della Provincia di Roma, dell’Amministrazione Provinciale-Assessorato ai Servizi Sociali e Politiche per la Comunità Familiare.
Come medici, siamo stati abituati a valutare solo ciò che è misurabile e pesabile, ritenendo veramente patologico solo quello che i sensi fisici e le macchine possono documentare; in realtà, la malattia inizia sempre molto prima come disturbo funzionale, per trasformarsi, poi, in vera e propria patologia, se non si sanno ascoltare, raccogliere ed interpretare tutti i segni che ripetutamente il corpo manifesta. Spesso accade che i responsabili delle patologie siamo proprio noi stessi in quanto, per comodità e pigrizia, ci alimentiamo e ci comportiamo in modo non conforme alle necessità organiche.
Infatti, se è dannosa la carenza di un principio nutritivo, altrettanto è dannoso l’eccesso dello stesso, ma a questa elementare verità pochi si uniformano, preferendo un’insensata gestione, purché non impegnativa.
Ecco perchè, in Bioterapia Nutrizionale®, le indicazioni sono a volte tassativamente precise (una sola arancia, 150 g di carne, ecc.); infatti, la fisiologia insegna che l’eccesso di una sostanza può bloccare una funzione, al pari di una sua carenza. Così come, se si blocca un braccio sano al collo con una fascia e lo si tiene fermo per una settimana, questo braccio “a riposo”, quindi non stimolato dalla sua funzione, perderà vigore e richiederà un tempo di recupero tre volte superiore rispetto a quello dell’inattività.
La vita è sostanzialmente attività ed è programmata per funzionare in modo dinamico, per cui il sostegno e la stimolazione costante è una regola fondamentale per ogni distretto organico. Invece, ogni volta che si usa un tutore dove non serve, l’effetto inevitabile è l’inibizione della funzione fisiologica autonoma dell’organismo. Se si dimentica, o non si sa mettere in pratica il concetto vitale che è “sempre la funzione che crea l’organo”, mai l’inverso, si finirà per impedire al corpo di funzionare, aprendo la strada alla disfunzione prima, e alla malattia poi.
L’energia è prima della struttura, la forza vitale “costruisce” la forma: questo è ciò che il medico trascura troppo frequentemente. Prendiamo ad esempio un diabetico insulino-dipendente: l’insulina somministrata dall’esterno è un tutore, a volte indispensabile, che però finisce per bloccare per sempre la residua capacità produttiva delle isole di Langherans, non evitando in tutto questo al paziente i danni a lungo termine del diabete. Questo tipo di regolazione glicemica non sarà mai fisiologica, non potendosi sostituire ai normali feed-back dell’organismo.
Questo libro è stato il primo di alcuni volumi in progetto, con i quali cercheremo di esporre chiaramente questa modalità innovativa di utilizzo dell’alimento sia in ambito nutrizionale, come in quello terapeutico, con il fine, forse ambizioso, di poter proporre una terapia possibile anche nei casi in cui la via farmacologica sia preclusa, vuoi da mancata risposta o da intolleranza ai farmaci, vuoi da posizione ideologica del paziente stesso.
Data la complessità dell’argomento, l’esposizione e l’apprendimento non possono che avvenire per gradi. In questo volume si affronterà un primo livello di conoscenza diviso in due parti. La prima riguarderà le regole nutrizionali fondamentali per salvaguardare la salute attraverso lo stimolo delle funzioni dei vari apparati; la seconda parte tratterà a livello generale quegli argomenti che saranno approfonditi nei volumi successivi e nelle monografie, proponendo qualche soluzione di immediato utilizzo al fine di poter sperimentare subito la validità del metodo.
Poiché lo strumento terapeutico in Bioterapia Nutrizionale® è rappresentato solo dagli alimenti, il secondo volume, già pubblicato, tratta esclusivamente di questi ultimi e delle loro associazioni. In particolare, per ognuno di essi, sono studiate anche le modalità di cottura e l’azione sui vari organi ed apparati.
Nel terzo volume verranno affrontate in modo esauriente le patologie e il modo di gestirle, mentre nel quarto saranno affrontate le difficoltà cliniche “sul campo”, con tutte le implicazioni.
A parte, e con tempi diversi, cercheremo di rendere disponibili delle monografie su singole patologie.
Una certa incompletezza su alcuni argomenti di Bioterapia Nutrizionale nella prima edizione del 1999 ci indusse da subito a lavorare per colmare qualche lacuna nella forma e nel contenuto. I lusinghieri apprezzamenti da parte di tutti i lettori, rispetto a questa “materia” così nuova eppure così antica e intrisa di buon senso, insieme agli utilissimi suggerimenti di cui abbiamo fatto tesoro, ci hanno indotto, in questa seconda edizione, a stravolgere in parte l’architettura dell’opera, allo scopo di renderla più organica ed esaustiva dell’argomento. Infatti, il lettore della prima edizione si troverà di fronte ad un libro modificato, nel quale alcuni capitoli sono stati interamente rielaborati, altri rivisitati e corretti.
Ancora una volta, lo scopo del libro non è quello di fornire soluzioni univoche e definitive agli innumerevoli problemi ed ostacoli che le abitudini della moderna civiltà pongono al mantenimento della vita e della salute, ma quello di suscitare nel lettore domande e riflessioni, informandolo in base alla nostra esperienza. Se lo Spirito, per tutto il tempo della vita terrena, ha bisogno del corpo per avere coscienza di sé, rispettare quest’ultimo è, non solo una necessità, ma un dovere. Se voglio che la mia automobile mi trasporti per il mondo, dovunque decida la mia libera volontà, come posso ignorarne la corretta manutenzione?
Il risultato di questo nostro lavoro si propone all’attenzione dei lettori, con la speranza di interessarli ed informarli più di quanto non sia stato possibile con la prima edizione.
Senza voler togliere nulla al progresso scientifico, questo libro nasce dalla costante osservazione della incredibile capacità riparativa della natura e di come quest’ultima possa essere spesso ostacolata proprio dal troppo frettoloso intervento dell’uomo. Tutte le Civiltà ci parlano di medicine naturali, frutto a volte di conoscenze empiriche, spesso di un sapere tramandato nel corso delle generazioni; senza eccezioni, tutte attribuiscono un’importanza fondamentale al mantenimento dello stato di salute del corpo, grazie al cibo.
Se l’umanità è sopravvissuta per migliaia di anni, quando ancora non esistevano i ritrovati della moderna ricerca medica e farmacologica, forse è ingiusto e privo di buon senso ignorare le osservazioni degli Antichi, considerandole poco scientifiche o ingenue, solo perchè ancora non adeguatamente verificate dalla scienza moderna.
Probabilmente, oggi sopravalutiamo il potere curativo dei farmaci, a discapito dell’utilizzazione della capacità terapeutica degli alimenti stessi e della possibilità di operare prevenzione delle malattie tramite una corretta alimentazione, una maggiore attenzione all’inquinamento atmosferico ed elettromagnetico e ad un ritmo di vita che sia più rispettoso della fisiologia del corpo.
Nel cibo naturale e genuino, opportunamente utilizzato, sono contenute tutte le potenzialità per costruire, sostenere e riparare. I neonati raddoppiano e triplicano il peso corporeo, costruendo ossa, muscoli e connettivo..., nutrendosi esclusivamente di latte; i più fortunati sono quelli che ricevono il latte materno, che non è né scremato, né pastorizzato, né liofilizzato, nè addizionato di alcunché, se la madre gode di ottima salute: inoltre, essi avranno una maggiore resistenza alle malattie durante tutto l’arco della loro vita perché, insieme al latte materno, assumono contemperaneamente tutti gli anticorpi della nutrice, realtà che la medicina ufficiale non può negare, nè sottovalutare.
Il neonato, alimentato artificialmente (laddove non ci fosse il latte materno), o attraverso le vie parenterali, certamente si accresce, ma tutti questi tipi di alimentazione molto spesso saranno responsabili dei danni, rilevabili nelle anamnesi future, in quanto l’organismo non è biologicamente predisposto all’accrescimento e allo sviluppo, se non attraverso il primo alimento che è il latte materno, fisiologica prosecuzione della gestazione.
Abbiamo avuto un periodo di tempo, dagli anni ‘60 agli ultimi anni ‘70, in cui l’importanza del latte materno veniva sottovalutata, se non addirittura ignorata, a vantaggio di prodotti artificiali, perfettamente bilanciati e completi, preferiti, inoltre, per la loro sterilità batteriologica e per la possibilità di affidare ad altri il neonato, disgiungendolo dalla madre, magari impegnata nel lavoro. Nella superbia della scienza, e a vantaggio delle ditte produttrici, si pensava di poter impunemente sostituire la natura. A distanza di anni, si è visto che gli individui alimentati con latte artificiale o animale, compreso il latte vaccino delle grosse aziende, hanno manifestato quasi tutti delle patologie che, se non corrette in tempo, peggioravano con l’andare degli anni.
Individui che oggi, a quaranta-cinquanta anni, presentano forme di allergie respiratorie, difficoltà digestive e stipsi ribelli alla terapia farmacologica, sono spesso soggetti che si rivolgono ai più vari specialisti, senza però riuscire mai più a ritrovare un fisiologico equilibrio intestinale. Se si ripercorre anamnesticamente la loro storia alimentare, si scopre molto spesso che alla nascita non hanno preso il colostro, o che sono stati allevati con latte vaccino industriale, o con latte artificiale prodotto chimicamente.
Senza dubbio, per rendere possibile la vita e la perpetuazione delle specie viventi, la natura fornisce tutto ciò che serve. Fin dal 1960, questa considerazione motivò la dottoressa Domenica Arcari Morini a studiare, osservandoli attentamente, gli effetti degli alimenti nella fisiologia e fisiopatologia del corpo, ponendo particolare attenzione alla diversità di azione di alimenti considerati analoghi (ad esempio, indivia riccia, indivia belga, scarola), nonché all’appetenza dell’individuo per determinati alimenti o alla diversa risposta dell’organismo allo stesso alimento in momenti diversi (o preparato e proposto in modo diverso), studiando infine l’interazione tra il cibo e il “momento” organico. Nel 1994, incuriosita dalle affermazioni e dai risultati vantati dalla ideatrice del metodo, la dottoressa Anna D’Eugenio iniziava la sua preparazione, seguita nel 1996 dal dottor Fausto Aufiero e dal dottor Vincenzo De Paola, a cui si sono aggiunti negli anni seguenti altri medici.
Attualmente, i medici in formazione per questo metodo sono aumentati e, quest’anno, inizia il sesto corso di formazione, della durata di quattro anni, presso il Centro di Ricerche e Studi di Medicina Naturale Applicata “Vis Sanatrix Naturae”, viale Parioli n.40 - Roma.
Il 15 maggio 1999 si è tenuto a Roma, presso l’Hotel Parco dei Principi, il Primo Convegno di Bioterapia Nutrizionale al quale sono seguiti, con cadenza annuale, il Secondo, il Terzo ed il Quarto ufficialmente sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica Italiana e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore della Sanità, del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca Scientifica, della Croce Rossa Italiana, dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, della Giunta Regionale del Lazio, della Provincia di Roma, dell’Amministrazione Provinciale-Assessorato ai Servizi Sociali e Politiche per la Comunità Familiare.
Come medici, siamo stati abituati a valutare solo ciò che è misurabile e pesabile, ritenendo veramente patologico solo quello che i sensi fisici e le macchine possono documentare; in realtà, la malattia inizia sempre molto prima come disturbo funzionale, per trasformarsi, poi, in vera e propria patologia, se non si sanno ascoltare, raccogliere ed interpretare tutti i segni che ripetutamente il corpo manifesta. Spesso accade che i responsabili delle patologie siamo proprio noi stessi in quanto, per comodità e pigrizia, ci alimentiamo e ci comportiamo in modo non conforme alle necessità organiche.
Infatti, se è dannosa la carenza di un principio nutritivo, altrettanto è dannoso l’eccesso dello stesso, ma a questa elementare verità pochi si uniformano, preferendo un’insensata gestione, purché non impegnativa.
Ecco perchè, in Bioterapia Nutrizionale®, le indicazioni sono a volte tassativamente precise (una sola arancia, 150 g di carne, ecc.); infatti, la fisiologia insegna che l’eccesso di una sostanza può bloccare una funzione, al pari di una sua carenza. Così come, se si blocca un braccio sano al collo con una fascia e lo si tiene fermo per una settimana, questo braccio “a riposo”, quindi non stimolato dalla sua funzione, perderà vigore e richiederà un tempo di recupero tre volte superiore rispetto a quello dell’inattività.
La vita è sostanzialmente attività ed è programmata per funzionare in modo dinamico, per cui il sostegno e la stimolazione costante è una regola fondamentale per ogni distretto organico. Invece, ogni volta che si usa un tutore dove non serve, l’effetto inevitabile è l’inibizione della funzione fisiologica autonoma dell’organismo. Se si dimentica, o non si sa mettere in pratica il concetto vitale che è “sempre la funzione che crea l’organo”, mai l’inverso, si finirà per impedire al corpo di funzionare, aprendo la strada alla disfunzione prima, e alla malattia poi.
L’energia è prima della struttura, la forza vitale “costruisce” la forma: questo è ciò che il medico trascura troppo frequentemente. Prendiamo ad esempio un diabetico insulino-dipendente: l’insulina somministrata dall’esterno è un tutore, a volte indispensabile, che però finisce per bloccare per sempre la residua capacità produttiva delle isole di Langherans, non evitando in tutto questo al paziente i danni a lungo termine del diabete. Questo tipo di regolazione glicemica non sarà mai fisiologica, non potendosi sostituire ai normali feed-back dell’organismo.
Questo libro è stato il primo di alcuni volumi in progetto, con i quali cercheremo di esporre chiaramente questa modalità innovativa di utilizzo dell’alimento sia in ambito nutrizionale, come in quello terapeutico, con il fine, forse ambizioso, di poter proporre una terapia possibile anche nei casi in cui la via farmacologica sia preclusa, vuoi da mancata risposta o da intolleranza ai farmaci, vuoi da posizione ideologica del paziente stesso.
Data la complessità dell’argomento, l’esposizione e l’apprendimento non possono che avvenire per gradi. In questo volume si affronterà un primo livello di conoscenza diviso in due parti. La prima riguarderà le regole nutrizionali fondamentali per salvaguardare la salute attraverso lo stimolo delle funzioni dei vari apparati; la seconda parte tratterà a livello generale quegli argomenti che saranno approfonditi nei volumi successivi e nelle monografie, proponendo qualche soluzione di immediato utilizzo al fine di poter sperimentare subito la validità del metodo.
Poiché lo strumento terapeutico in Bioterapia Nutrizionale® è rappresentato solo dagli alimenti, il secondo volume, già pubblicato, tratta esclusivamente di questi ultimi e delle loro associazioni. In particolare, per ognuno di essi, sono studiate anche le modalità di cottura e l’azione sui vari organi ed apparati.
Nel terzo volume verranno affrontate in modo esauriente le patologie e il modo di gestirle, mentre nel quarto saranno affrontate le difficoltà cliniche “sul campo”, con tutte le implicazioni.
A parte, e con tempi diversi, cercheremo di rendere disponibili delle monografie su singole patologie.
Una certa incompletezza su alcuni argomenti di Bioterapia Nutrizionale nella prima edizione del 1999 ci indusse da subito a lavorare per colmare qualche lacuna nella forma e nel contenuto. I lusinghieri apprezzamenti da parte di tutti i lettori, rispetto a questa “materia” così nuova eppure così antica e intrisa di buon senso, insieme agli utilissimi suggerimenti di cui abbiamo fatto tesoro, ci hanno indotto, in questa seconda edizione, a stravolgere in parte l’architettura dell’opera, allo scopo di renderla più organica ed esaustiva dell’argomento. Infatti, il lettore della prima edizione si troverà di fronte ad un libro modificato, nel quale alcuni capitoli sono stati interamente rielaborati, altri rivisitati e corretti.
Ancora una volta, lo scopo del libro non è quello di fornire soluzioni univoche e definitive agli innumerevoli problemi ed ostacoli che le abitudini della moderna civiltà pongono al mantenimento della vita e della salute, ma quello di suscitare nel lettore domande e riflessioni, informandolo in base alla nostra esperienza. Se lo Spirito, per tutto il tempo della vita terrena, ha bisogno del corpo per avere coscienza di sé, rispettare quest’ultimo è, non solo una necessità, ma un dovere. Se voglio che la mia automobile mi trasporti per il mondo, dovunque decida la mia libera volontà, come posso ignorarne la corretta manutenzione?
Il risultato di questo nostro lavoro si propone all’attenzione dei lettori, con la speranza di interessarli ed informarli più di quanto non sia stato possibile con la prima edizione.