Senza falsa modestia, che in fondo sarebbe una forma mascherata di superbia, siamo ben consapevoli che questo è un libro impegnativo per il lettore, così come lo è stato per noi avendogli dedicato tutto l’anelito del cuore e la tensione positiva della mente.
Esso è frutto delle riflessioni, dei tanti sbagli, dei ripensamenti e, soprattutto, dell’attività clinica di tutta la nostra vita nel tentativo di poter essere utile ai pazienti. A discolpa dei nostri inevitabili limiti personali, possiamo però dire che fin dall’inizio della nostra carriera abbiamo sempre aborrito una terapeutica concentrata sulla malattia e non sull’Essere umano nostro simile che, venendo da noi, ci onorava della sua stima e della sua fiducia.
Ma siamo umani e come tali imperfetti, perciò il valore della vita non è la ricerca di una utopica e astratta perfezione, quanto riconoscere che ogni limite e difficoltà possono essere un alibi per fare poco o niente, oppure sfruttarli come lo stimolo più prezioso per progredire. Nel corso del libro vedremo come ognuno di noi, a seconda della sua prevalenza costituzionale, oscillerà fra queste due polarità esistenziali.